Mini guida: accettiamo e collaboriamo
Nella mia breve e piccola esperienza da amica dei cavalli, ho visto molte persone avere spesso difficoltà legate all'accettazione del cavallo verso qualcosa di necessario. Parlo principalmente dell'acqua, di spray per vari utilizzi (dall'anti-mosche al disinfettante), dell'accettare di concedere il piede al maniscalco o al pareggiatore o solamente al proprietario per la classica pulizia dello zoccolo, dell'accettare la sella ed il sottopancia.
Possiamo constatare che esistono diversi tipi di approccio al cavallo da parte dell'uomo. Spesso quello più usato purtroppo, da parte delle persone frettolose, è la costrizione; costringere il cavallo con metodi malsani a cedere a qualcosa, quindi sottometterlo.
Esistono, però, cavalli con certi tipi di carattere per cui queste costrizioni tentennano a funzionare. Personalmente ho notato questo con la mia cavalla Pioggia. Ho già spiegato in uno dei miei articoli, tutto il lavoro svolto con lei per recuperare la sua fiducia nell'essere umano, dopo chissà quali trattamenti ha avuto negli anni precedenti al suo acquisto da parte mia. Quando in maneggio le hanno messo la sella per la prima volta, per vedere a che "livello" fosse, ho capito che per lei volevo percorrere una strada differente, lungi da me la costrizione e la sottomissione.
Con Irene abbiamo lavorato sodo e lo facciamo ancora oggi.

Il metodo del Natural Horsemanship purtroppo non è da tutti; questo perché poche persone hanno il coraggio di mettersi in gioco, cambiare se stessi e provare a fare qualcosa che non è ordinario. Anche qui vale spesso la frase:<<Si è sempre fatto così!>>.
Per le menti più aperte o per chi vuole semplicemente provare a cambiare approccio con il proprio cavallo, Irene mi ha donato un po' delle sue competenze per quanto riguarda l'accettazione ed io vorrei condividere queste nozioni con voi!
I cavalli hanno delle linee di soglia che se vengono sorpassate portano solo paura, le classiche reazioni violente (impennate, sgroppate, balzi o scarti) e fanno affiorare l'istinto di fuga. Oltre a queste reazioni ovvie legate alla non accettazione, occorre prestare attenzione all'atteggiamento del cavallo. Muscoli in tensione, occhi spalancati o testa alta sono solo alcuni dei segnali che portano il cavallo a poter esplodere da un momento all'altro. Dobbiamo prestare attenzione al corpo del cavallo; il suo modo di comunicare con noi è proprio questo, come fa anche con i suoi simili; utilizza molto poco i suoni ma più spesso piccoli movimenti o movimenti più intensi a seconda di ciò che vuole "dire". Anche i piedi esprimono qualcosa; se si muovono nervosamente danno segno appunto che il cavallo potrebbe esplodere da un momento all'altro.
Irene mi spiega a grandi linee come si può lavorare sulle difficoltà, una alla volta. Una premessa molto importante che mi fa è che, con ogni cavallo con cui dobbiamo superare una o più difficoltà sopra elencate, occorre creare prima un rapporto da terra che permetta all'animale di fidarsi di noi. Questo lavoro si può fare con i sette giochi del metodo Parelli, per esempio, e si può fortificare inoltre passando del tempo con il nostro cavallo; stando a paddock con lui o svolgendo i nostri compiti di pulizia della scuderia in sua presenza. Così lo rendiamo più confidente con noi, i nostri movimenti, i nostri toni, insomma impara a conoscerci e a conoscere le nostre intenzioni.
Irene mi raccomanda inoltre di non legare mai un cavallo che è già confidente durante le operazione che vedremo in seguito. Se non gli diamo la possibilità di fuga si spaventa ancora di più rischiando tra l'altro di farsi del male.
Ora vediamo nel dettaglio come possiamo risolvere il problema degli spray e dell'acqua. Vale il principio di approccio e ritirata come per tutto ciò che il cavallo teme o non conosce. Non ci si avvicina con la gomma dell'acqua o lo spray in modo diretto in quanto è un atteggiamento predatorio, ma ci si avvicina e ci si allontana dalle linee di soglia del cavallo finché possiamo vederlo più rilassato. Una buona tecnica è camminare via da lui spruzzando o aprendo l'acqua fino ad arrivare direttamente sul suo corpo. Il consiglio per lo spray è di riempire la bottiglia di acqua in modo da evitare lo spreco di prodotti, spesso costosi, in quanto questa operazione potrebbe durare molte spruzzate!
Passiamo ora alla sella. L'accettazione si svolge in due distinte fasi: il piazzamento, qualcosa che pesa sul cavallo e si trova sopra di lui e il sottopancia, qualcosa che stringe e che fa emergere la naturale claustrofobia nel cavallo (sicuramente la fare più delicata). In tutte e due le fasi si può iniziare con una simulazione. Per la sella si può simulare l'operazione con un telo, una palla o se stessi, appoggiandoci sulla schiena del cavallo a pelo. Per il sottopancia invece possiamo utilizzare una corda che posizioneremo nella zona delle cinghie. Qui occorre però essere preparati e sapere quando mantenere la pressione ed esattamente quando rilasciarla; in questo modo il cavallo imparerà a rilassarsi.
Queste sono linee generiche e soprattutto non sono adatte ai frettolosi. Ci vuole pazienza e tenacia, occorre mettersi in gioco ed anche sbagliare per capire noi stessi, il cavallo sa già ogni cosa!
Irene, per chi è interessato, tiene lezioni private per quanto riguarda il metodo Parelli; sicuramente sono tempo e denaro ben spesi e ci avvicinano sempre di più al nostro amato cavallo. Collabora con Maurizio Martinetto nella sua scuola Equilibre di San Carlo Canavese.
Spero sempre che i loro telefoni squillino a tutto andare perché più persone potrebbero davvero iniziare a vivere facendo un percorso del genere, oltre a capire e conoscere davvero il proprio cavallo.
Sempre nella speranza che i loro telefoni siano intasati, vi lascio i link utili per contattarli!
Grazie Irene per la tua disponibilità e l'immensa pazienza!




