
La mia cara Pioggia
Era un pomeriggio come gli altri. Arrivata in maneggio per montare Diablo, mi sono accorta di un nuovo arrivo. Un'avelignese legata a posta nel corridoio centrale di box. Mi ha colpita subito perché le avevano tagliato la criniera anteriore come la frangetta di Raffaella Carrà.

Si sa, nei maneggi ci sono sempre cavalli che vanno e vengono, non facevo in tempo ad innamorarmi di un cavallo che era già stato venduto o rimpiazzato. In tempi record vendevano e compravano cavalli, oppure, come è successo per Pioggia, prendevano cavalli da provare: se erano utili per passeggiate o venivano venduti li tenevano altrimenti li rispedivano al mittente; in questo caso per Pioggia il mittente sarebbe stato direttamente il macellaio.
Ovviamente non sapevo nulla il primo giorno che la vidi quindi iniziai a chiedere qualche informazione, più che altro per curiosità che per interesse in quanto avevo già due cavalli a cui badare.
Ogni giorno riservavo una carota anche per lei che nel frattempo aveva cambiato posta. L'avevano spostata in un posticino più comodo. Dopo aver provato a chiuderla in box hanno capito che non era abituata a stare in luoghi chiusi, scalciava e nitriva di continuo.


Mi raccontarono che arrivava da un conoscente, lì vicino al maneggio, che aveva acquistato un certo numero di mucche ed in mezzo si è ritrovato anche lei. Per cui ho immaginato che la cavalla avrebbe potuto essere completamente diseducata, probabilmente passava tutte le giornate con le mucche al pascolo.
Dopo poco tempo ho iniziato a pensare seriamente che forse poteva essere un'occasione da non farmi sfuggire. Chiesi informazioni in più al titolare del maneggio finché un giorno, mentre io ero presente, lui e suo fratello decisero di montarla per vedere come era messa con la doma.
Ebbene, fu un totale disastro. Premettiamo che non amo il metodo tradizionale, per cui quella scena non la dimenticherò facilmente. Prendono la cavalla di punto in bianco, le buttano sulla groppa il sottosella e la sella, le stringono il sottopancia in un colpo secco, le buttano in bocca un bel morso pesante ed ecco che la cavalla è pronta per il tondino. Quello che più mi è rimasto in mente è che la paura che avevano i due fratelli si rifletteva due volte tanto negli occhi della cavalla. Quando entrarono nel tondino il più giovane ci salì sopra ma lei non fece un passo, non un movimento, non un battito di ciglia, l'unica cosa che notai erano le orecchie buttate all'indietro e la tensione di tutta la muscolatura; stava lì, immobile, continuando a masticare il morso, come se non ne avesse mai avuto uno in bocca, con questo "punto interrogativo" nei suoi grandi occhi spalancati. Non capiva, non le hanno dato il tempo di capire e provare a collaborare. Al che il fratello maggiore le attacca una lunghina alla capezza e inizia a tirare per farla camminare, ma nulla. Nonostante le gambate nella pancia e la pressione della capezza, il nulla più totale. Decidono così di dissellare, arrendendosi, e la riportano a posta dicendo: "Questa cavalla è sdoma!".
Con questa scena nella mia mente andai a casa; quella mezz'ora in macchina sembrava eterna, avevo mille pensieri che mi affollavano la testa, ma uno su tutti prevaleva: forse era la mia grande occasione! Tra l'altro il ragazzo del maneggio aveva specificato che l'avrebbero venduta a peso, quindi ho pensato che per me l'acquisto sarebbe stato più semplice ed oltretutto avrei potuto prendermi cura di lei per sempre portandola a casa con me. Chi voleva addossarsi una cavalla, a detta loro, completamente sdoma?
Nei giorni seguenti, parlando con alcuni clienti e amici del maneggio, hanno ribadito che se non avessero trovato una sistemazione al più presto, l'avrebbero mandata indietro, cioè al macello. Così tutti si adoperarono per fare una colletta, ovviamente con anche il mio contributo, per poter aiutare il titolare a mantenerla il più possibile da lui. Raffaella, come ormai l'avevano soprannominata tutti, ci aveva conquistati. Era di una dolcezza infinita, era una cavallina sveglia e le piaceva fare i dispetti per attirare l'attenzione. Adorava tirare su e giù le zip delle felpe e per ogni mano che le accarezzava il muso riservava una reazione di flehmen!
Il mio ormai era un pensiero fisso. Più passavano i giorni, più la sentivo già mia. Iniziai così a chiedere informazioni più mirate: età, prezzo e se godesse di buona salute. Mi dissero che aveva 7 o 8 anni (poi scoprii che ne aveva 12), era in buonissima salute perché il veterinario l'aveva già visitata ed il prezzo era di 900 Euro.
Mi sembrava un sogno, era davvero la mia occasione; mi balenava da un bel po' l'idea di prendere un puledro o un cavallo giovane su cui lavorare con la fiducia e poter creare un bel rapporto. Gli altri miei due cavalli, non più giovani, li avrei tenuti al maneggio mentre a lei avrei trovato una bella sistemazione in libertà, come lei aveva fatto intendere amasse. E così fu. Dopo essermi messa d'accordo sul prezzo e senza dovermi battere troppo con mio marito, la comprai. Ogni persona che aveva contribuito alla colletta mi aiutò con i soldi, sapevano perfettamente conoscendomi, che l'avrei tenuta bene ma soprattutto avrebbe avuto tutto l'affetto che probabilmente fino ad allora le era stato negato. La mia cavallina infatti ha tante "madrine" e "padrini"! Il mio sogno iniziava a prendere forma finalmente!
Come ho già detto, vivo a Coassolo e i nonni di mio marito sono ricchi di terreni, alcuni anche incolti, che stavano quasi diventando un peso per la famiglia, ovviamente per la manutenzione estiva. L'unico problema è che in quel periodo mio marito mi diceva di non essere pronto per questo sacrificio, giustamente. Si sa, chi ha i cavalli a casa non va in vacanza, non fa week end fuori porta e ha un lavoro costante e quotidiano con cui fare i conti. Volendo rispettare la sua decisione, ho subito parlato con il mio caro amico Roberto, sapendo che suo padre possiede un terreno a Lanzo dove sono presenti anche altri animali. Dopo appena tre giorni avevamo già preparato capannina e recinto per la mia Pioggia. Speravo di tenerla per poco tempo lì, diciamo provvisoriamente, aspettando che mio marito, vedendomi così tenace, ligia e convinta, avrebbe deciso di fare per lei un posto adatto a casa nostra.


Avevo iniziato, fin da subito, appena si ambientò bene, con l'aiuto di Irene, a creare un rapporto con lei e tutto ciò che ho imparato in queste lezioni è stato davvero illuminante. Con questo metodo, distante anni luce da quello tradizionale, siamo riuscite a farle riavere fiducia nelle persone. Dopo circa due mesi Irene la montava a pelo tranquillamente e lei era molto collaborativa, a suo agio e attenta alle richieste. E' stata davvero un gran soddisfazione vedere la differenza tra i due metodi.


Mio marito vedendo il mio grande interesse ma soprattutto la mia onnipresenza nel curare la cavalla, decise che era giunto il momento di portarla a casa, ma non solo lei. Verso marzo mi ritrovai a dire al titolare del maneggio che avrei trasferito, il mese dopo, anche Diablo e Delgado a casa mia.
Ero così eccitata, spaventata, felice, mi sentivo così impreparata, tutti questi sentimenti ed emozioni all'unisono. Per me era un'immensa vittoria ma avevo paura di non farcela, di non essere pronta a prendermi cura di questi stupendi animali che conoscevo da appena tre anni e avendoli tenuti in maneggio non conoscevo i loro più intimi bisogni, ero davvero spaventata! Mi diedero infatti della pazza e ben poche persone credettero in me, ma incredibilmente, per una volta nella vita, me ne fregai e a testa alta li portai a casa con me.
Mi prenderò cura di loro fino al loro ultimo respiro, l'ho promesso a me stessa. E' un po' come fare un voto; voglio che vivano bene, sereni e senza pressioni inutili e che ci sia fiducia tra di noi. Non cambierei nulla di tutto ciò che ho fatto finora. Da quando sono qui con me la mia vita è cambiata, ho dovuto cambiare la gestione delle mie giornate, mi sporco tutti i giorni, mi si sono addirittura sviluppati i muscoli delle braccia e riempio carrette di letame, ma tutto questo non potrà mai fermare la vera passione che ho nel cuore! Chi non ha creduto in me non ha nemmeno creduto nella mia grande passione. Non c'è età per questo e l'esperienza arriva solo quando si prova, ci si butta.
E' un anno che i miei cavalli sono qui e non ho mai imparato tanto in tre anni di maneggio quanto in questo anno. Ho sperimentato, qualche volta ho anche sbagliato, ho avuto ansie inutili, notti in bianco, sveglie notturne per andare a controllarli, rinunce ed ho persino imparato a fare le iniezioni.
Tutto serve, tutto fa crescere. L'importante è ricordarsi che con i cavalli non si smette mai di imparare, MAI!

Grazie a Pioggia, Diablo e Delgado per avermi illuminato la vita e per avermi fatto trovare la strada, quella giusta!