Trekking a Madonna della Neve
Erano due anni che sognavo di organizzare un trekking a cavallo, qui in zona, niente di troppo impegnativo. L'arrivo di mio figlio, Diablo troppo avanti con l'età, la mancanza di tempo per montare Pioggia non mi hanno aiutata per niente nel raggiungimento di questo sogno. Poi il 26 luglio ho perso il mio amico Delgado e quel giorno ho deciso che avrei dovuto fare qualcosa, qualcosa per godermi di più la vita in sella e per poter passare più tempo con loro.
In questa perdita dolorosa ho visto, in realtà, quanto potevo fare di più per loro e con loro, così decisi di creare il solito gruppo su whatt's up e cercare adesioni per il trekking, che in realtà non avevo ancora ben studiato. Purtroppo, per svariati motivi, le adesioni furono poche ma ero felicissima del fatto che i miei cari amici Roberto e Rachele volessero partecipare!
Mi misi all'opera, tra ricerche on-line, cartine di sentieri e l'organizzazione per ospitare i miei amici ed i loro cavalli.
Ben presto creai e studiai l'itinerario del trekking che andammo a verificare io, Roberto ed altri amici, a piedi, percorrendo ben 23 chilometri. Il percorso ci sembrò fattibile anche a cavallo anche se alcuni pezzi a sella sarebbero stati un po' difficoltosi, ma percorribili comunque con il cavallo a mano. Probabilmente non ci rendemmo conto, essendo a piedi, che a cavallo sarebbe stato più difficile.
Giovedì, nonostante la pioggia del mattino, che fece tardare la partenza dei miei amici da San Francesco al Campo, io e Amanda ci siamo messe in cammino con Biuti e Pioggia, per andare incontro a Roberto e Rachele verso Mathi. Finalmente accompagnati dal sole, ho visto i miei amici ed i loro cavalli per la prima volta da queste parti; è stata per me davvero una grande emozione! Felicissima dio condividere con loro questa esperienza e casa mia.


Dopo circa tre ore siamo arrivati a casa e abbiamo sistemato per bene i cavalli con acqua e fieno a volontà; una serata tranquilla in compagnia e una buona dormita per ricaricarci. Il giorno dopo sarebbe stato lungo e faticoso.
Dopo aver sellato accuratamente i nostri cavalli e montato le bisacce con tutto l'occorrente, verso le 9:30 siamo partiti con Olivia (il mio cane) da scorta. Abbiamo percorso l'asfalto da casa mia fino a Cudine (frazione di Corio) passando dalla frazione Bettole, dove ad un certo punto si può prendere un breve sentiero nel bosco che porta direttamente all'imbocco del sentiero Cai 414 di Case Gallo.


Qualche deviazione nei prati per imboccare quest'ultimo, in quanto più adatto per escursionisti a piedi, ed iniziammo a trovare delle difficoltà di percorrenza. Il sentiero 414 è misto, ovvero pezzi di sterrato, pezzi di bosco e pezzi in mezzo alle vecchie case dei borghi. Molti guadi, non molto semplici perchè fatti con lose (pietre tipiche del territorio) traballanti o ponticelli di legno, ci hanno fatto tenere sempre viva la speranza di riuscire a passare oltre, soprattutto per il "dolce" peso dei nostri cavalli.
In particolare, un punto molto scivoloso, con rocce sporgenti a destra e a sinistra, è stato molto duro, infatti Roberto e Hippo sono caduti e sono scivolati su una grande pietra liscia fino al bosco. E' andata bene perche Hippo si è subito alzato e abbiamo notato che, nonostante la botta, non zoppicava.
Da lì, abbiamo percorso il sentiero sempre a piedi fino a Ritornato (Corio), percorso, oltretutto, ricco di salite pietrose e abbastanza scoscese.



Da Ritornatoabbiamo imboccato il sentiero Cai 411 che porta a Pian Audi (Corio). Una durata di circa un'ora, in cui, dopo esserci fermati a mangiare un panino, i restanti quaranta minuti abbiamo continuato sotto un grande temporale. Eravamo abbastanza sconvolti e dopo tutta quella pioggia, anche un po' giù di morale, nessun tipo di riparo sarebbe servito per evitare di bagnarci dalla testa ai piedi, compresi i finimenti.
Abbiamo sostato circa dieci minuti a Pian Audi, per cambiarci le magliette e svuotare gli stivali inzuppati di acqua e poi abbiamo ripreso il cammino sul sentiero Cai 416 che porta al Colle del Bandito. Pensando che mancava ancora la parte più lunga del percorso eravamo abbastanza demoralizzati, ma ormai quasi a metà strada non potevamo tirarci indietro!
In effetti il sentiero 416 è stato molto più semplice e veloce da percorrere al contrario di ciò che pensavamo e in circa due ore abbuiamo raggiunto la Cappella del Bandito. Dopo questa fatica ci meritavamo certo una buona merenda, così abbiamo svuotato le bisacce e, godendoci la pace a 1000 metri sul livello del mare, abbiamo mangiato focacce, salame e formaggio, il tutto accompagnato da un buon vino rosso.



Siamo ripartiti molto più sereni, sapendo che dopo mezz'oretta di strada, avremmo finalmente raggiunto il nostro obbiettivo! Percorrendo il sentiero Cai 461, ecco che spunta davanti a noi il rifugio e la Cappella panoramica di Madonna della Neve. Che dire? Dopo la fatica, un panorama mozzafiato di cui godere a 360 gradi. Il panorama di Torino, delle Valli, dell'amiantifera di Balangero, tutto in unico fermo immagine!
Una volta sistemati i cavalli con acqua e fieno, che avevamo preventivamente portato su il giorno prima con il furgone di mio marito, non ci è rimasto che goderci insieme tutto questo!



Per il ritorno abbiamo deciso di non rifare più lo stesso percorso anche per le difficoltà incontrate, ma di scendere a Rocca Canavese. Siamo partiti dopo aver sistemato tutto, con i sottosella, le selle e gli stivali ancora zuppi d'acqua, una notte non era bastata per far asciugare il tutto. Verso le 9 eravamo pronti per il ritorno e molto più positivi perchè conoscevamo meglio la strada per tornare a casa. Siamo scesi in paese con i cavalli a mano, più che altro per la strada in quanto è ricca di ghiaia e pietre ed avendo i cavalli sferrati non avrebbero retto lo sforzo visto il lungo tragitto. Siamo risaliti in sella dopo Rocca appena giunti al ristorante La Spada nella Rocca nel quale non abbiamo potuto sostare neanche per un caffè perche era chiuso, e siamo scesi a Vauda.
Dopodichè abbiamo fatto la stessa strada che avevano percorso i miei amici due giorni prima per giungere a Mathi. E' stata veloce e senza imprevisti così quando fummo nelle vicinanze di Mathi decisi di chiamare il ristorante Mo Magno per una tappa pranzo e un po' di riposo. Appena arrivati non vedevamo l'ora di bere almeno un litro d'acqua a testa, ormai le riserve erano finite da qualche ora!
Abbiamo legato i cavalli nel prato adiacente all'ombra degli alberi e ci siamo seduti comodamente al tavolo; dopo mangiato siamo usciti per il rientro a casa mia, da lì circa un'ora di passeggiata ma ci fu una sorpresa non troppo bella. Purtroppo Hippo, il cavallo di Roberto, aveva gonfiore alla gamba battuta il giorno prima nella caduta e camminava decisamente male. Abbiamo così deciso di separarci e loro si sono fatti venire a caricare con il camion del maneggio mentre io sola soletta sono rientrata a casa.
La mia super Pioggia non poteva che concludere il viaggio in bellezza, è stata bravissima fino a casa anche se eravamo completamente sole, mi ha dato una gran soddisfazione questo trekking soprattutto perchè ho scoperto di avere davvero una cavalla affidabile al 100%. Sono fiera di lei e sono fiera di me per essere riuscita a costruire questo splendido rapporto di fiducia con lei. Non abbiamo mai esitato un istante, noi due insieme contro la montagna pericolosa. E' stato un trekking difficoltoso ma lei ha reso tutto magico. Grazie Pioggia per questa stupenda esperienza che hai condiviso con me e grazie per aver reso tutto magnifico! Due cuori e una capezza!


